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      La cenciaiola strillò:
      «Brutto vagabondo!»
      Colei che rispondeva al nome di signora Patagon congiunse con impeto le mani, scandalizzata.
      «Succederà qualche disastro, certo. Il fattorino qui accanto, un tale colla barbetta, che vedevo passare tutte le mattine con una ragazza sotto braccio dalla cuffietta rosa, l'ho visto passare oggi, che dava il braccio ad un fucile. La signora Bacheux dice che la settimana passata c'è stata una rivoluzione a... a... a... dove c'è il vitello!... a Pontoise! E non vedete che questo orribile monellaccio ha una pistola? Pare che ai Célestins sia pieno di cannoni. Cosa volete che faccia il governo con questi arnesi da forca, che non sanno cosa inventare per dar noia al prossimo, proprio quando si cominciava ad essere un po' tranquilli, dopo tutte le disgrazie successe, buon Dio! e quella povera regina che ho visto passare nella carretta! E questo, poi, farà ancor crescere il prezzo del tabacco. È un'infamia! Ma certo verrò a vederti ghigliottinare, malfattore!»
      «Non tirar su il moccio, antenata mia,» disse Gavroche. «Pulisciti il promontorio.»
      E passò oltre.
      Quando fu in via Pavée, gli tornò in mente la cenciaiola e fece questo soliloquio:
      «Hai torto d'insultare i rivoluzionari, mamma Cantuccio-del-pilastrino. Questa pistola fa il tuo interesse; serve a far sì che tu abbia nella gerla un po' più di roba buona da mangiare.»
      Ad un tratto, sentì dietro un rumore; era la portinaia Patagon che l'aveva seguito e da lontano gli mostrava il pugno, dicendogli:
      «Sei solo un bastardo!


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





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