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      Abbiamo detto strette fenditure, e non potremmo dare un'idea migliore di quelle stradicciuole scure, strette, tortuose e fiancheggiate da catapecchie di otto piani, tanto decrepite, che, nelle vie Chanvrerie e Petite Truanderie, le facciate eran puntellate con travi che andavano da una casa all'altra. La via praticabile era stretta, e ampia era la cunetta destinata allo scolo delle acque, così che il viandante camminava sopra un selciato perennemente bagnato, costeggiando botteghe simili a cantine, grandi paracarri cerchiati in ferro, enormi cumuli di spazzature e porte di androni armati di giganteschi cancelli secolari. La via Rambuteau ha devastato tutto questo.
      Codesto nome, Mondétour, dipinge a meraviglia la sinuosità di tutta quella rete stradale; un po' più in là, esse erano ancor meglio espresse da via Piroetta, che s'apriva nella via Mondétour.
      Il passante che s'addentrava da via Saint-Denis in via Chanvrerie la vedeva a poco a poco restringersi davanti, come s'egli fosse entrato in un lungo imbuto. All'estremità della via, brevissima, trovava il passaggio sbarrato, dalla parte dei mercati, da un'alta fila di case e si sarebbe creduto in un vicolo, se non avesse scorto, a destra e a sinistra, due aperture buie, dalle quali poteva svignarsela; era la via Mondétour, che andava ad unirsi, da un lato, colla via Prêcheurs e, dall'altro, con via del Cygne e con via Petite Truanderie. In fondo a quella specie di vicolo, all'angolo dell'apertura di destra, si notava una casa meno alta delle altre, che formava una specie di testa sulla via.


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





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