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      Mamma Hucheloup, somigliante, andava e veniva da mattina a sera davanti a quella quartina, con perfetta tranquillità. Due serve, chiamate Zuppa di pesce e Fricassea, ed alle quali non è mai stato dato altro nome, aiutavano mamma Hucheloup a metter sulle tavole i boccali di vino azzurro e i diversi piatti discutibili che venivan serviti agli affamati entro stoviglie di terracotta. Zuppa di pesce, grossa, rotondetta, rossa e chiassosa, antica sultana favorita del defunto Hucheloup, era brutta più di qualsiasi mostro mitologico; pure, siccome è doveroso che la serva stia sempre dietro alla padrona, ell'era meno brutta di mamma Hucheloup. Fricassea, lunga e delicata, bianca di una bianchezza linfatica, gli occhi cerchiati, colle palpebre cascanti, sempre sfinita e accasciata, colpita da quella che potrebbe chiamarsi stanchezza cronica, la prima ad alzarsi e l'ultima a coricarsi, serviva tutti, anche l'altra serva, in silenzio e con dolcezza, sorridendo sotto la fatica, d'una specie di vago sorriso addormentato.
      Sopra il banco v'era uno specchio.
      Prima d'entrare nella sala ristorante, si leggeva questo verso, scritto sulla porta col gesso, da Courfeyrac:
     
      Offri se puoi, e se pur l'osi, mangia.
      II • ALLEGRIE PRELIMINARICome è noto, Laigle di Meaux dimorava di preferenza presso Joly che altrove. Aveva un alloggio come un uccello ha un ramo; i due amici vivevano insieme, mangiavano insieme, dormivano insieme; avevan tutto in comune, un po' anche Musichetta. Insomma, eran quello che i frati conversi chiamano compagni.


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





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