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      «Grantaire!» gridò. «Va' a smaltir la sbornia fuori di qui! Questo è il posto dell'ebbrezza, non dell'ubriachezza. Non disonorare la barricata!»
      Queste parole irritate produssero su Grantaire un effetto singolare: si sarebbe detto che avesse ricevuto un bicchiere d'acqua fredda in pieno viso. Parve d'un subito tornato in sé; sedette, appoggiò i gomiti sopra un tavolo vicino alla finestra, guardò Enjolras con inesprimibile dolcezza e gli disse:
      «Sai che credo in te.»
      «Vattene!»
      «Lasciami dormire qui.»
      «Va' a dormire altrove!» gridò Enjolras.
      Ma Grantaire, fissando sempre su lui gli occhi inteneriti e torbidi, rispose:
      «Lasciami dormir qui, fino a quando non ci morirò.»
      Enjolras lo guardò con occhio sdegnoso.
      «Grantaire, tu sei incapace di credere, di pensare, di volere, di vivere e di morire.»
      Grantaire ribattè con voce grave:
      «Lo vedrai.»
      Balbettò ancora poche parole incomprensibili, poi il capo gli ricadde pesantemente sul tavolo e un momento dopo (effetto abbastanza consueto del secondo periodo dell'ubriachezza, in cui Enjolras l'aveva bruscamente spinto) era addormentato.
      IV • TENTATIVO DI CONSOLARE LA VEDOVA HUCHELOUPBahorel, entusiasta della barricata, gridava:
      «Ecco la strada scollata! Come sta bene!»
      Courfeyrac, pur continuando a demolire la bettola, cercava di consolare la vedova Hucheloup.
      «Non vi lagnavate l'altro giorno, mamma Hucheloup, che v'avevan fatto il processo verbale e messa in contravvenzione perché Fricassea aveva sbattuto uno scendiletto dalla finestra?»
      «Sì, mio buon signor Courfeyrac.


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





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