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      Terribili argomenti, ai quali si frammischiava una cordiale allegria. Si sarebbero detti fratelli, e non sapevano il nome gli uni degli altri. I grandi pericoli hanno questo di bello che mettono in luce la fraternità degli ignoti.
      Un fuoco era stato acceso in cucina e su di esso venivan fusi, entro uno stampo da palle, cucchiai, forchette, tutta la posateria di stagno della bettola. Nel frattempo, si beveva; le capsule ed i pallini giacevan, dimenticati alla rinfusa, sulle tavole, insieme ai bicchieri di vino. Nella sala del bigliardo, mamma Hucheloup, Zuppa di pesce e Fricassea, diversamente reagendo al terrore, che aveva abbrutito la prima, spolmonata la seconda e svegliata la terza, laceravano strofinacci e ne facevan bende; tre insorti le aiutavano, tre gagliardi capelluti, barbuti e baffuti, che toglievan i fili alla tela con una delicatezza da merciaia e le facevan tremare.
      L'uomo d'alta statura che Courfeyrac, Combeferre ed Enjolras avevan notato nel momento in cui aveva raggiunto l'assembramento all'angolo della via Billettes, lavorava alla piccola barricata e si rendeva utile. Gavroche lavorava alla barricata grande; quanto al giovanotto che aveva atteso Courfeyrac in casa sua e gli aveva chiesto del signor Mario, era scomparso all'incirca nel momento in cui era stato ribaltato l'omnibus.
      Gavroche, completamente rapito e raggiante, s'era incaricato di tener tutti allegri; andava, veniva, scendeva, risaliva, faceva baccano e sfavillava. Sembrava fosse là per incoraggiare tutti.


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





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