Pagina (1455/1886)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      E, per conseguenza, quale guerra più grande? Codeste guerre costruiscono la pace. Un'enorme fortezza di pregiudizi, di privilegi, di superstizioni, di menzogne, d'angherie, d'abusi, di violenze, d'iniquità e di tenebre è ancor ritta sul mondo, colle sue torri d'odio. Bisogna abbatterla, bisogna far crollare quella massa mostruosa. Vincere ad Austerlitz è grande, prendere la Bastiglia è immenso.
      Non v'è alcuno che non abbia notato su se stesso come l'anima (e in ciò consiste la meraviglia della sua unità, complicata d'ubiquità) abbia una strana attitudine a ragionare quasi freddamente nelle più agitate situazioni; così accade spesso che la passione desolata e la disperazione profonda, perfino nella lotta dei più tetri monologhi, trattino qualche argomento e discutano qualche tesi. La logica si congiunge alla convulsione, ed il filo del sillogismo oscilla senza rompersi nella dolorosa tempesta del pensiero. Quest'era lo stato d'animo di Mario.
      Mentre stava così pensando, addolorato, ma risoluto, eppure esitante e fremente davanti a ciò che stava per fare, lo sguardo di lui errava nell'interno della barricata. Gl'insorti vi discorrevano a bassa voce, senza muoversi, e si sentiva quel particolare silenzio che contrassegna l'ultima fase dell'attesa. Sopra di essi, ad una finestrella del terzo piano, Mario distingueva una specie di spettatore o testimone che gli sembrava singolarmente attento: era il portinaio ucciso da Le Cabuc. Dal basso, al riflesso della torcia infissa nelle pietre disselciate, quella testa si scorgeva vagamente.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





Austerlitz Bastiglia Mario Mario Le Cabuc