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      Tutto ciò accadde senza precipitazione, con quella gravità strana e minacciosa che precede le mischie. D'ambo le parti i combattenti si pigliavan di mira, ed eran tanto vicini, che potevano parlarsi a portata di voce. Quando furon giunti a quel punto in cui la scintilla sta per sprizzare, un ufficiale dal colletto ricamato e dalle grandi spalline stese la spada e disse:
      «Abbasso le armi!»
      «Fuoco!» disse Enjolras.
      Le due detonazioni echeggiarono nello stesso tempo, e tutto disparve nel fumo; fumo acre e soffocante, nel quale si trascinavano, con deboli e repressi gemiti, moribondi e feriti.
      Quando il fumo si dissipò, furon visti i combattenti d'ambo i lati, diradati, ma sempre agli stessi posti, che ricaricavan le armi.
      All'improvviso, si sentì una voce tonante che gridava:
      «Andatevene, o faccio saltare in aria la barricata!»
      Tutti si voltarono verso il punto da cui partiva la voce.
      Mario era entrato nella sala a terreno, vi aveva preso il barile di polvere, poi aveva approfittato del fumo e della specie di nebbia densa che riempiva il recinto trincerato per scivolare lungo la barricata fino a quella gabbia di pietre in cui era infissa la torcia. Strapparne la torcia, mettervi il barile di polvere, spingere la pila di pietre sopra il barile, che s'era immediatamente sfondato, con una specie di spaventosa obbedienza, tutto ciò aveva richiesto per Mario solo il tempo d'abbassarsi e di rialzarsi; ed ora tutti, guardie nazionali, guardie municipali, ufficiali e soldati, ammassati all'altra estremità della barricata, lo guardavano con stupore coi piedi sulle pietre e la torcia in pugno, il volto fiero, illuminato da una risoluzione fatale, abbassare la fiamma della torcia verso quel terribile rialzo in cui si distingueva il barile di polvere schiantato e gettare quel grido spaventoso:


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





Enjolras Mario