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      Eran bastate poche ore, perché il suo destino e la sua coscienza si coprissero improvvisamente d'ombra. Anche di lui, come di Parigi, si poteva dire: i due principî sono di fronte; l'angelo bianco e l'angelo nero stanno per ghermirsi sul ponte dell'abisso. Quale dei due vi precipiterà l'altro? Chi la vincerà?
      La vigilia di quello stesso giorno 5 giugno, Jean Valjean, accompagnato da Cosette e da Toussaints, aveva preso dimora in via dell'Homme-Armé, dove l'attendeva una peripezia.
      Cosette non aveva abbandonato la via Plumet senza un tentativo di resistenza. Per la prima volta da quando essi vivevano l'uno a fianco dell'altra, la volontà di Cosette e quella di Valjean s'erano mostrate distinte e s'erano, se non urtate, almeno contraddette. Obiezione da una parte e inflessibilità dall'altra. Il brusco consiglio: sloggiate, buttato là da uno sconosciuto a Valjean, l'aveva allarmato al punto da renderlo deciso: egli s'era creduto stanato ed inseguito, e Cosette aveva dovuto cedere.
      Erano giunti entrambi in via dell'Homme-Armé senza aprir bocca e senza dirsi una parola, assorti ciascuno nella propria preoccupazione personale; Valjean così inquieto, che non vedeva la tristezza di Cosette e questa tanto triste, che non vedeva l'inquietudine di suo padre.
      Valjean aveva condotto con sé Toussaints, cosa che non aveva mai fatto nelle sue precedenti assenze. Intuiva che non sarebbe più tornato, forse, in via Plumet e che non poteva né lasciare dietro di sé Toussaints, né rivelarle il proprio segreto; d'altronde, sentiva ch'ella era devota e sicura.


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





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