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      Ci si rassicura pressoché altrettanto senza ragione di quanto ci si è inquietati: la sua ansietà si rischiarò e, gradatamente si dissipò. Vi sono dei luoghi calmanti, che agiscono in certo qual modo meccanicamente sullo spirito; la via essendo scura e gli abitanti pacifici, Jean Valjean sentì un certo contagio di tranquillità in quella viuzza della vecchia Parigi, tanto stretta da essere sbarrata alle carrozze da una trave posta trasversalmente su due pali, muta e sorda in mezzo alla città rumorosa, crepuscolare in piena luce e, per così dire, incapace d'emozioni fra le sue due file di alte case centenarie, zitte, da quelle vecchie che sono. In quella via l'oblio stagna. Jean Valjean respirò: come avrebbero fatto a ritrovarlo laggiù?
      Sua prima cura fu di mettersi accanto l'inseparabile.
      Dormì bene. La notte porta consiglio e, si può dire, porta la serenità. L'indomani mattina, si svegliò quasi allegro. Trovò graziosa la sala da pranzo, ch'era orribile, ammobiliata com'era con una vecchia tavola rotonda, con una vecchia credenza sormontata da uno specchio inclinato, con una poltrona tarlata e poche sedie ingombre dei pacchi di Toussaints. In uno di quei pacchi si scorgeva, attraverso una fenditura, l'uniforme di guardia nazionale di Jean Valjean.
      Quanto a Cosette, s'era fatta portare da Toussaints un brodo nella sua stanza e non si fece vedere che alla sera.
      Verso le cinque, Toussaints, che andava e veniva, assai affaccendata da quel piccolo trasloco, aveva messo in tavola, nella sala da pranzo, un pollo freddo che Cosette, per un riguardo verso suo padre, acconsentì ad assaggiare.


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





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