Pagina (1486/1886)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      La sua coscienza, agguerrita contro tutti i possibili assalti dell'avversità, poteva sembrare imprendibile per sempre. Ebbene: chi avesse potuto vedere il suo io interno sarebbe stato costretto a riconoscere che in quel momento essa andava indebolendosi.
      Gli è che di tutti i supplizi subiti in quella lunga tortura alla quale lo stava sottoponendo il destino, questo era il più terribile. Mai egli era stato ghermito da una simile tenaglia: sentì il misterioso rimescolìo di tutte le sensibilità latenti, si sentì trafitto nelle sue fibre più intime. Ahimè! La prova suprema o, diciamo meglio, l'unica prova, è la perdita dell'essere amato.
      Certo, il povero vecchio Valjean non amava Cosette in modo diverso da quello d'un padre; ma, come abbiam fatto notare già, lo stesso deserto della sua vita aveva introdotto in quella paternità tutti gli amori. Amava Cosette come sua figlia, l'amava come sua madre e come sua sorella; e poiché egli non aveva mai avuto né un'amante né una sposa, e siccome la natura è un creditore che non accetta nessun protesto, anche quel sentimento, il meno facile a perdersi, andava congiunto agli altri, vago, inconscio, puro della purezza dell'accecamento, incosciente e celeste, angelico e divino; meno come un sentimento che come un istinto, meno come un istinto che come una propensione, impercettibile e invisibile, ma reale. E l'amore propriamente detto stava nella sua enorme tenerezza per Cosette come il filone d'oro sta nella montagna, nascosto e vergine.
      Ricordi il lettore quella situazione d'anime che già abbiamo indicata.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





Valjean Cosette Cosette Cosette