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      Ma il transito dell'ora non fece impressione su Valjean, che non si mosse. Pure, circa verso quell'ora, una brusca detonazione echeggiò dalla parte dei mercati e una seconda la seguì, ancora più violenta: era probabilmente quell'attacco della barricata di via Chanvrerie, che abbiamo visto respinto da Mario. A quella duplice scarica, la furia della quale sembrava accresciuta dallo stupore delle tenebre, Jean Valjean trasalì e si rizzò verso la parte da cui proveniva il suono; poi ricadde sul pilastrino, incrociò le braccia, e la testa tornò lentamente ad appoggiarsi sul petto. Aveva ripreso il cupo dialogo con se stesso.
      Ad un tratto alzò gli occhi. Qualcuno camminava nella via, sentiva dei passi vicini. Guardò e, alla luce del lampione, dall'estremità della via che fa capo agli Archivi, scorse una faccia livida, ma radiosa di gioventù.
      Gavroche era giunto in via dell'Homme-Armé. Guardava per aria come cercasse; vedeva perfettamente Jean Valjean, ma non se ne accorgeva.
      Dopo aver guardato per aria, Gavroche guardava in terra. S'alzava sulla punta dei piedi e tastava le porte e le finestre del pianterreno: eran tutte chiuse, sprangate, catenacciate. Constatato che le cinque o sei facciate da lui provate eran tutte barricate in quel modo, il birichino alzò le spalle ed entrò nell'argomento con se stesso nei seguenti termini:
      «Perdiana!»
      Poi tornò a guardar per aria.
      Jean Valjean, il quale, un momento prima, nello stato d'animo in cui si trovava, non avrebbe parlato con nessuno, nemmeno per rispondergli, si sentì irresistibilmente spinto a rivolger la parola a quel fanciullo.


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





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