Pagina (1501/1886)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Quella fucileria a mosca cieca durò un buon quarto d'ora e uccise parecchi vetri.
      Intanto Gavroche, ch'era tornato a gambe levate sui suoi passi, s'era fermato cinque o sei vie più in là, sedendosi ansimante sul paracarro all'angolo della via Enfants-Rouges.
      Stette in ascoltoDopo aver sbuffato qualche istante, si voltò dalla parte ove infuriava la fucileria, levò la mano sinistra all'altezza del naso e la spinse tre volte innanzi mentre si batteva la nuca colla destra: gesto supremo nel quale la monelleria parigina ha condensato l'ironia francese, evidentemente efficace, poiché è già durato un mezzo secolo.
      Quell'allegria fu turbata da una riflessione amara.
      «Sì, sì,» disse; «io rido, mi contorco e sovrabbondo d'allegria, ma tanto perdo la strada. Bisognerà che faccia un giro. Purché arrivi in tempo alla barricata!»
      Dette queste parole, riprese la corsa; e mentre correva:
      «To'! A che punto ero?» disse.
      E si rimise a cantare la sua canzone, mentre si sprofondava rapidamente nelle vie; e il seguito di essa morì nelle tenebre:
     
      Ma rimangon ancor altre bastiglie,
      Ed a farla finitaDell'ordine al governo io me ne vo,
      Dove vanno le belle fanciulle,
      Lon, lon, lo.
      C'è chi voglia giocar ai birilli?
      Tutto il vecchio mondo cadde,
      Quando la grossa palla rotolò.
      Dove vanno le belle fanciulle,
      Lon, lon, lo.
      Vecchio popol a colpi di stampellaRompiam quel Louvre, nel quale
      La monarchia incipriata sfolgorò.
      Dove vanno le belle fanciulle,
      Lon, lon, lo.
      I cancelli un bel dì noi forzammo,
      Ed allor Carlo Decimo
      Non seppe tener duro e si staccò.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





Gavroche Enfants-Rouges Louvre Carlo Decimo