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      I pezzenti assalgono il diritto comune; l'oclocrazia insorge contro il demos.
      E sono giornate tristi; v'è sempre, infatti, una certa parte di diritto anche in quella demenza e v'è alcunché del suicidio, in quel duello; e queste parole, che vorrebbero essere ingiurie, pezzente, canaglia, oclocrazia e popolaccio constatano, ahimè!, piuttosto la colpa di coloro che regnano che quella di coloro che soffrono, piuttosto la colpa dei privilegiati che quella dei diseredati.
      Quanto a noi, non pronunciamo mai queste parole senza dolore né rispetto, poiché, quando la filosofia scandaglia i fatti ai quali esse corrispondono, vi trova spessissimo la grandezza a fianco della miseria. Atene era un'oclocrazia, i pezzenti hanno fatto l'Olanda; il popolaccio ha più d'una volta salvato Roma e la canaglia seguiva Gesù Cristo.
      Non esiste un pensatore che non abbia contemplato le magnificenze dell'infimo. Certo, san Gerolamo pensava a quella canaglia, a tutti quei poveri, a tutti quei vagabondi ed a tutti quei miserabili dai quali uscirono gli apostoli e i martiri, quando diceva le misteriose parole: Fex urbis, lex orbis.
      Le esasperazioni di questa folla che soffre e sanguina, le sue violenze insensate contro i principî che sono la sua stessa vita, le sue vie di fatto contro il diritto sono colpi di stato popolari e debbono esser repressi. L'uomo probo si consacra a questo scopo e, precisamente per amore verso quella folla, la combatte; ma come sente ch'essa è scusabile, pur affrontandola! Come la venera, pur resistendole!


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





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