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      Per ovviare a questo pericolo e forzare la carica, bisognerebbe forse tornare al procedimento del quattordicesimo secolo, la cerchiatura e rivestire esteriormente il pezzo con una serie d'anelli d'acciaio senza saldatura, dalla culatta agli orecchioni. In mancanza di meglio, si rimedia al difetto come si può; e si riesce a riconoscere dove si trovino i vuoti e le cavità nel focone d'un cannone per mezzo del cosidetto gatto. Ma v'è un mezzo migliore, cioè la stella mobile di Gribeauval
      «Nel sedicesimo secolo,» osservò Bossuet «si rigavano i cannoni.»
      «Sì,» rispose Combeferre; «ma se ciò aumenta la potenza balistica, diminuisce la precisione di tiro; e inoltre, nel tiro corto, la traiettoria non ha tutta la tensione desiderabile e la parabola risulta esagerata. Ne consegue che il percorso del proietto non è più abbastanza rettilineo per poter colpire gli oggetti intermedi, ciò che pure costituisce una necessità di combattimento, la cui importanza cresce colla vicinanza del nemico e la precipitazione del tiro. Questo difetto di tensione della curva del proietto nei cannoni rigati del sedicesimo secolo dipendeva dalla debolezza della carica; infatti, le cariche deboli, per questa specie d'ordigni, sono imposte da necessità balistiche, come, per esempio, la conservazione degli affusti. Insomma il cannone, questo despota, non può fare tutto quello che vuole; e la forza è una grande debolezza. Una palla da cannone fa solo seicento leghe all'ora, mentre la luce fa settantamila leghe al secondo.


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





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