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      Una di queste intermittenze, uno di questi vaghi fremiti di speranza attraversò all'improvviso, nel momento in cui meno era da aspettarselo, la barricata della via Chanvrerie.
      «Ascoltate!» esclamò bruscamente Enjolras, sempre in osservazione. «Mi pare che Parigi si svegli.»
      Certo che, nella mattina del 6 giugno, l'insurrezione ebbe, per un'ora o due, una recrudescenza sensibile. L'ostinazione della campana a stormo di Saint-Merry rianimò qualche velleità; e in via Poirier e in via Gravilliers fu abbozzata qualche barricata; davanti alla Porta San Martino, un giovanotto, armato di carabina, assalì da solo uno squadrone di cavalleria. Allo scoperto, in pieno viale, mise un ginocchio a terra, poggiò l'arma alla spalla, tirò, uccise il comandante e si voltò, dicendo: Eccone un altro che non ci farà più male. Fu sciabolato. In via Saint-Denis, una donna sparava sulla guardia municipale, stando dietro una persiana; ad ogni colpo, si vedevan tremare le stecche della persiana. Un ragazzo di quattordici anni, arrestato in via Cossonerie, aveva le tasche piene di cartucce. Parecchi posti di guardia furono attaccati; allo sbocco della via Bertin-Poirée una fucileria vivissima, del tutto inaspettata, accolse un reggimento di corazzieri, in testa al quale cavalcava il generale Cavaignac di Baragne; in via Planche-Mibray, dall'alto dei tetti vennero gettati sulla truppa cocci di stoviglie e utensili di cucina: cattivo segno. Quando venne riferito questo fatto al maresciallo Soult, il vecchio luogotenente di Napoleone divenne pensieroso, ricordando la frase di Suchet a Saragozza: Quando le vecchie ci vuotano gli orinali in capo, siamo perduti.


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





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