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      Pare che Gavroche sentisse quella frase.
      XV • GAVROCHE FUORIAd un tratto, Courfeyrac scorse qualcuno al basso della barricata, fuori, nella via, sotto le palle.
      Gavroche aveva preso un paniere da bottiglie nella osteria, era uscito dall'apertura ed era tranquillamente occupato a vuotare nel paniere le giberne piene di cartucce delle guardie nazionali uccise sulla scarpata della ridotta.
      «Che fai lì?» chiese Courfeyrac.
      Gavroche sollevò il naso:
      «Riempio il mio paniere, cittadino.»
      «E non vedi la mitraglia?»
      Gavroche rispose:
      «Ebbene, piove. E con questo?»
      Courfeyrac gridò:
      «Rientra!»
      «Subito,» fece Gavroche. E, con un balzo, si cacciò nella via.
      Il lettore ricorderà che la compagnia Fannicot, ritirandosi, aveva lasciato dietro di sé una scia di cadaveri.
      Una ventina di morti giacevano qua e là sul selciato, in tutta la lunghezza della via: una ventina di giberne per Gavroche, una provvista per la barricata.
      Il fumo ingombrava la via come una nebbia. Chi abbia veduto una nube caduta in una gola di montagne, fra due pareti a picco, può immaginarsi quel fumo rinchiuso e come ispessito dalle due sinistre linee di case elevate. Esso saliva e si rinnovava senza posa; ciò produceva un oscuramento graduale, che faceva perfino impallidire la luce del giorno. Era molto se da un'estremità all'altra della via, che pure era cortissima, i combattenti riuscivano a scorgersi.
      Quell'oscuramento, probabilmente voluto e calcolato dai capi che dovevano dirigere l'assalto della barricata, fu utile a Gavroche, il quale, nelle spire di quel velo di fumo e grazie alla sua piccola statura, poté spingersi piuttosto lontano nella via, senz'esser visto.


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





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