Pagina (1587/1886)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      E non solo si ricordò della faccia, ma anche del nome.
      Pure, quel ricordo era annebbiato e torbido, come tutte le sue idee. Non si fece dunque un'affermazione, ma si rivolse questa domanda: «Non sarebbe quell'ispettore di polizia che mi disse di chiamarsi Javert
      Forse, era ancora in tempo ad intercedere per quell'uomo; ma prima bisognava sapere se fosse proprio quel Javert.
      Mario interpellò Enjolras, ch'era andato a collocarsi all'altra estremità della barricata.
      «Enjolras?»
      «Cosa?»
      «Come si chiama quell'uomo?»
      «Quale?»
      «L'agente di polizia. Conosci il suo nome?»
      «Certamente: ce lo ha detto.»
      «Come si chiama?»
      «Javert.»
      Mario si rizzò in piedi.
      In quel momento, si sentì una pistolettata e Jean Valjean riapparve, gridando: «È fatto!»
      Un brivido sinistro attraversò il cuore di Mario.
      XX • I MORTI HANNO RAGIONE ED I VIVI NON HANNO TORTOL'agonia della barricata stava per incominciare.
      Tutto concorreva alla maestà tragica di quel supremo istante; mille rumori misteriosi nell'aria, l'alito delle masse armate poste in moto nelle vie che non si vedevano, il galoppo intermittente della cavalleria, le pesanti scosse delle artiglierie in movimento, i fuochi di fila e le cannonate che s'incrociavano nel dedalo di Parigi, i fumi della battaglia che salivano, dorati, al disopra dei tetti, certe lontane grida, vagamente terribili, lampi di minaccia ovunque, il rintocco a stormo di Saint-Merry, che aveva ormai l'accento d'un singhiozzo, la dolcezza della stagione, lo splendore del cielo, pieno di sole e di nubi, la bellezza della giornata e lo spaventoso silenzio delle case.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





Javert Javert Enjolras Jean Valjean Mario Parigi Saint-Merry