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      Bisogna bene che qualcuno parteggi per i vinti, poiché, quando essi falliscono, si è ingiusti verso quei grandi sperimentatori dell'avvenire.
      I rivoluzionarî vengono accusati di seminare lo sgomento, e ogni barricata sembra un misfatto; le loro teorie sono incriminate, i loro scopi sospettati, i secondi fini temuti, la loro coscienza denunciata. Vien loro rimproverato d'innalzare, sovrapporre ed ammucchiare contro la situazione sociale predominante un cumulo di miserie, di dolori, d'iniquità, di rancori e di disperazioni, e di strappare dai bassifondi blocchi di tenebre, per trincerarvisi e combattervi. Si grida loro: «Voi disselciate l'inferno!» ed essi potrebbero rispondere: «E per questo la nostra barricata è fatta di buone intenzioni.»
      Certo, la soluzione pacifica è la migliore; difatti, alla fin fine, conveniamone, quando si vede la pietra si pensa all'orso, e la società s'inquieta di fronte a una simile buona voglia. Ma dipende dalla società di salvarsi da se stessa: e per questo facciamo appello alla sua buona volontà. Nessun rimedio violento è necessario. Studiare il male amichevolmente, constatarlo e guarirlo: ecco l'invito che le rivolgiamo.
      Come che sia, anche caduti e soprattutto caduti, questi uomini che su ogni punto dell'universo, lo sguardo fisso sulla Francia, lottano per costruire colla logica inflessibile dell'ideale, sono augusti; essi danno la vita in puro dono per il progresso; adempiono la volontà della provvidenza; compiono un atto religioso. All'ora stabilita, collo stesso disinteresse d'un attore che giunge all'ultima battuta, ubbidendo alla divina sceneggiatura, entrano nella tomba.


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





Francia