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      Se il nostro oro è sterco, il nostro sterco è oro.
      E che si fa, di questo sterco? Lo si scopa nell'abisso.
      Mentre si spediscono con grandi spese convogli di navi, allo scopo di raccogliere al polo australe lo sterco delle procellarie e dei pinguini, si butta in mare l'incalcolabile elemento d'opulenza che si ha sottomano. Tutto il fimo umano e animale che il mondo perde basterebbe a nutrire il mondo se, anziché esser gettato in acqua, fosse restituito alla terra.
      Quei mucchi di spazzature che s'accumulano vicino ai paracarri, quelle carrette di fango sobbalzanti di notte lungo le vie, i luridi recipienti per la vuotatura dei pozzi neri, le fetide correnti di mota sotterranea che il selciato vi nasconde, sapete che cosa sono? Sono il prato in fiore, sono l'erba verde, sono il sermollino e il timo e la salvia, sono la cacciagione e il bestiame, sono il soddisfatto muggito dei buoi, di sera, sono il fieno profumato, sono il frumento dorato, sono il pane sulla vostra tavola, il sangue caldo nelle vostre vene, la salute, la gioia, la vita. Così vuole questa misteriosa creazione, trasformazione sulla terra e trasfigurazione nel cielo.
      Restituite tutto ciò al grande crogiuolo e ne uscirà la vostra abbondanza; infatti, il nutrimento delle pianure forma il nutrimento dell'uomo.
      Voi siete padroni di perdere questa ricchezza, e di trovarmi ridicolo per soprammercato. E questo sarà il capolavoro della vostra ignoranza.
      La statistica ha calcolato che la Francia, da sola, fa ogni anno all'Atlantico, attraverso la foce dei suoi fiumi, un versamento d'un mezzo miliardo.


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





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