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      Tre plotoni d'agenti e di fognaioli esplorarono la rete stradale sotterranea di Parigi, il primo sulla riva destra, il secondo sulla sinistra e il terzo nel Centro.
      Gli agenti erano armati di carabina, di mazze, di spade e di pugnali.
      Quello che in quel momento s'era appuntato su Jean Valjean, era la lanterna della ronda della riva destra.
      Quella ronda aveva visitato allora allora la galleria curva e i tre vicoli ciechi che si trovano sotto la via del Quadrante. Mentre essa ispezionava con quel fanale il fondo di quei vicoli, Jean Valjean aveva incontrato sul suo cammino l'ingresso della galleria, l'aveva riconosciuta più stretta del corridoio principale e non v'era entrato, passando oltre; gli uomini della polizia, uscendo dalla galleria del Quadrante, avevan creduto di sentire un rumore di passi in direzione della fogna perimetrale. Erano i passi di Valjean. Il sergente che comandava la ronda aveva sollevato la lanterna e il distaccamento s'era messo a guardare nella foschia, dalla parte donde era venuto il rumore.
      Fu per Valjean un istante indescrivibile. Per fortuna, s'egli vedeva bene la lanterna, questa vedeva male lui: essa era la luce ed egli l'ombra; era lontanissimo e formava tutt'uno colle tenebre del sito. Si addossò al muro e si fermò.
      Del resto, egli non si rendeva conto di ciò che andava muovendosi dietro di lui. L'insonnia, la mancanza di cibo e le emozioni gli avevan provocato uno stato di allucinazione; vedeva uno sfolgorìo e, intorno a quello sfolgorìo, alcune larve.


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





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