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      L'acqua s'infiltrava in certi terreni sottostanti, particolarmente friabili; e il fondo della fogna, fosse di pietre, come nelle vecchie fogne, o di calce idrauliche su calcestruzzo, come nelle nuove gallerie, non avendo più un punto d'appoggio, s'infletteva. Ora, un cedimento in un pavimento di quel genere è una fenditura; e una fenditura significa il crollo. Il fondo crollava quindi sopra una certa lunghezza, e quel crepaccio, orifizio d'un abisso di fango, si chiamava nel gergo particolare, fontanile. Che cos'è un fontanile? È la sabbia mobile della riva del mare, incontrata all'improvviso sottoterra; è il greto del monte San Michele in una chiavica. Il suolo, inzuppato, è come in fusione, e tutte le sue molecole sono in sospensione in un mezzo molle; non è terra e non acqua, fino ad una profondità talvolta grandissima. Nulla è più terribile d'un siffatto incontro. Se l'acqua predomina, la morte è pronta per l'inghiottimento; se predomina la terra, la morte è lenta per assorbimento.
      È possibile figurarsi una morte simile? Se essere inghiottiti è spaventoso sul greto marino, cosa può essere nella cloaca? Invece dell'aria aperta, della luce viva, del giorno chiaro, di quel limpido orizzonte, di quei grandi rumori, di quelle libere nubi, dalle quali piove la vita, di quelle barche scorte lontano, di quella speranza sotto tutte le forme, di possibili viandanti, del soccorso eventuale fino all'ultimo minuto; invece di tutto ciò, la sordità, l'accecamento, una vôlta nera, un interno di tomba bell'e fatto, la morte nel fango, sotto un coperchio!


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





San Michele