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      Lo sapevi, ed hai detto: 'No. È un realista e non vi andrò!' E sei andato alle barricate e ti sei fatto ammazzare per cattiveria! Per vendicarti di quel ch'io t'avevo detto a proposito del signor duca di Berry! Che infamia! E poi, andate a letto e dormite tranquilli, se potete! È morto: ecco il mio risveglio.»
      Il medico, che incominciava ad essere inquieto da due parti, lasciò per un momento Mario e, accostatosi a Gillenormand, lo prese per un braccio. L'avo si voltò, lo guardò con due occhi che parevano ingranditi, iniettati di sangue e gli disse con calma:
      «Vi ringrazio, signore; ma sono tranquillo. Sono un uomo che ha visto la morte di Luigi XVI e che sa sopportare gli eventi. Ma è terribile una cosa, quella di pensare che sono i vostri giornali a produrre tutto il male. Finché avrete scrittorelli, avvocati, parlatori, oratori, tribuni, discussioni, progresso, luce, diritti dell'uomo e libertà di stampa, ecco in che modo vi porteranno a casa i vostri figli! Oh, Mario! Vergogna! Ucciso! Morto prima di me! Una barricata! Oh, che bandito! Voi abitate in questo quartiere, non è vero, dottore? Oh, vi conosco bene! Vedo sempre, dalla mia finestra, passare il vostro carrozzino. Vi dirò, dunque: avreste torto di credere ch'io sia in collera. Non si va in collera contro un morto; sarebbe sciocco. È un fanciullo che ho allevato io. Ero già vecchio, quand'egli era ancor piccolino; giocava alle Tuileries colla sua vanghetta e la sua seggiolina, ed io, perché i sorveglianti non sgridassero, turavo a mano a mano col bastone le buche che scavava nel terreno.


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





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