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      Qualche cosa? Che cosa? V'è forse al mondo qualcos'altro, all'infuori dei tribunali, delle sentenze esecutive, della polizia e dell'autorità? Javert era sconvolto: un galeotto sacro! Un condannato che la giustizia non può prendere! e questo per colpa di Javert!
      Che Javert e Valjean, l'uomo fatto per infierire e quello fatto per subire; che quei due uomini, entrambi cosa della legge, fossero giunti a tal punto da mettersi tutt'e due al disopra della legge, non era cosa spaventosa?
      Ma come! Sarebbero accadute siffatte enormità e nessuno ne sarebbe stato punito! Jean Valjean, più forte dell'intero ordine sociale, sarebbe stato libero ed egli, Javert, avrebbe continuato a mangiare il pane del governo?
      La sua meditazione diveniva a poco a poco terribile.
      Attraverso quei pensieri, avrebbe anche potuto farsi qualche rimprovero a proposito dell'insorto riportato in via Filles du Calvaire; ma non vi pensava. La colpa minore si smarriva nella maggiore; del resto, quell'insorto era evidentemente un morto, e la morte, legalmente, estingue ogni azione penale.
      Era Jean Valjean il peso che gli gravava sulla mente.
      Valjean lo sconcertava. Tutti gli assiomi ch'erano stati il punto d'appoggio della sua vita intera crollavano di fronte a quell'uomo. La generosità di Valjean verso di lui l'opprimeva, ed altri fatti, ch'egli ora ricordava e che aveva un tempo considerati come menzogna o follia, gli riapparivano realtà. Madeleine ricompariva dietro Valjean e le due figure si sovrapponevano fino a formarne una sola, venerabile.


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





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