Pagina (1708/1886)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Ma come regolarsi, per dare le dimissioni di fronte a Dio?
      Come che fosse, un fatto (vi tornava su sempre) dominava tutto, per lui; cioè, ch'egli aveva commesso una spaventosa infrazione: aveva chiuso gli occhi sopra un condannato recidivo ed evaso; aveva liberato un galeotto, aveva rubato alle leggi un uomo che apparteneva ad esse. Sì, lo aveva fatto. Non comprendeva più se stesso, non era più sicuro d'esser lui; perfino le ragioni del suo atto gli sfuggivano e gliene rimaneva solo una vertigine. Fino a quel momento, aveva vissuto di quella fede cieca che genera una probità oscura; ed ora questa fede l'abbandonava, questa probità gli veniva a mancare. Tutto ciò che aveva creduto si dileguava, e quelle verità di cui egli non voleva sapere l'ossessionavano inesorabilmente: ormai, bisognava esser un altro uomo. Soffriva gli strani dolori d'una coscienza bruscamente operata di cateratta e vedeva quel che gli ripugnava vedere; si sentiva vuoto, inutile, strappato alla sua vita passata, destituito, dissolto. L'autorità era morta in lui, egli non aveva più ragion d'essere.
      Oh, quale terribile situazione, esser commosso! Essere il granito e dubitare! Essere la statua del castigo, fusa tutta d'un pezzo nello stampo della legge, ed accorgersi subitaneamente che sotto la mammella di bronzo v'è qualche cosa d'assurdo e di disubbidiente, che assomiglia quasi ad un cuore! Giungere al punto di rendere il bene per il bene, quantunque fino a quel giorno ci si sia detto che quel bene è male! Essere cane di guardia, e lambire!


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





Dio