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      Quanto alla viva commozione ch'egli provò poco dopo il suo ritorno sotto il tetto di zolle della sua capanna di stradino, eccola:
      Una mattina, Boulatruelle, recandosi al solito al lavoro, e magari in caccia d'un'occasione propizia, un po' prima dello spuntare dell'alba, scorse fra i rami un uomo, del quale vide soltanto la schiena, ma l'aspetto del quale, da quanto gli parve, attraverso la distanza ed il crepuscolo, non gli era del tutto ignoto. Sebbene ubriacone, Boulatruelle aveva una memoria corretta e lucida, arma difensiva indispensabile a chiunque sia un po' in lotta coll'ordine legale.
      «Dove diavolo ho visto qualche cosa di simile a quest'uomo?» si chiese.
      Ma non poté rispondersi nulla, salvo che quel tale rassomigliava a qualcuno di cui aveva confusamente il ricordo nel cervello.
      Boulatruelle, del resto, all'infuori dell'identità che non riusciva affatto a raccapezzare, fece alcuni riavvicinamenti e alcuni calcoli. Quell'uomo non era del paese, ma vi era giunto allora, evidentemente a piedi, poiché nessuna carrozza pubblica passa a quell'ora da Montfermeil; aveva dunque viaggiato tutta la notte. Donde veniva? Non di lontano, poiché non aveva né sacco né fagotto. Certo, da Parigi. E perché si trovava in quel bosco? Perché vi si trovava ad un'ora simile? Che ci veniva a fare?
      Boulatruelle pensò al tesoro. A forza di frugare nella memoria, si ricordò vagamente d'aver già avuto, parecchi anni prima, un simile allarme a proposito d'un uomo che gli faceva l'effetto potesse essere quello di adesso.


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





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