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      Ebbe da litigare cogli agrifogli, le ortiche, i biancospini, le rose canine, i cardi, con certi rovi assai irascibili; e ne uscì graffiatissimo.
      Nella parte bassa del dirupo, trovò un corso d'acqua che fu necessario attraversare. Finalmente, giunse alla radura Blaru, dopo quaranta minuti di strada, sudato, bagnato, ansante, graffiato, fuori di sé.
      Nella radura non v'era nessuno.
      Boulatruelle corse al mucchio di selci. Era intatto: nessuno l'aveva portato via. Quanto all'uomo, era svanito nella foresta, se l'era svignata; dove? Da che parte? In quale macchione? Impossibile indovinarlo.
      Cosa straziante, dietro al mucchio di pietre e davanti all'albero dalla piastra di zinco, la terra era smossa di fresco e si vedevano una zappa dimenticata o abbandonata, e un buco. Quel buco era vuoto.
      «Ladro!» gridò Boulatruelle, mostrando i pugni all'orizzonte.
      II • MARIO, USCITO DALLA GUERRA CIVILE, SI PREPARA ALLA GUERRA IN FAMIGLIA.
      Mario fu a lungo fra la morte e la vita. Ebbe per varie settimane una febbre accompagnata dal delirio, e sintomi di commozione cerebrale piuttosto gravi, prodotti ancor più dalle scosse subite al capo, che non dalle stesse ferite.
      Per notti intere egli ripeté il nome di Cosette, nella triste loquacità della febbre, e colla sinistra testardaggine dell'agonia. L'ampiezza di alcune ferite fu un serio pericolo, poiché la suppurazione può sempre riassorbirsi ed uccidere il malato, in determinate condizioni atmosferiche; e ad ogni cambiamento di tempo, al minimo temporale, il medico era inquieto.


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





Blaru Boulatruelle Cosette