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      Era stato narrato in sua presenza, e aveva verificato nel Monitore, che l'aveva pubblicato, che un ispettore di polizia chiamato Javert era stato trovato annegato sotto una chiatta da lavandaie, fra il ponte del Cambio e il ponte Nuovo e che uno scritto lasciato da quell'uomo, del resto, irreprensibile, e assai stimato dai suoi superiori, faceva credere ad un accesso d'alienazione mentale e ad un suicidio. «In verità» pensò Valjean, «dal momento che, avendomi nelle unghie, m'ha lasciato andare, bisogna proprio dire che fosse già pazzo.»
      VI • I DUE VECCHI FANNO DI TUTTO, CIASCUNO A MODO SUO, PERCHÉ COSETTE SIA FELICES'iniziarono i preparativi per il matrimonio. Il medico consultato dichiarò che avrebbe potuto aver luogo in febbraio; poiché si era in dicembre, trascorsero alcune incantevoli settimane di felicità perfetta.
      Il meno felice non era certo il nonno, che rimaneva dei quarti d'ora in contemplazione davanti a Cosette.
      «Che graziosa fanciulla meravigliosa!» esclamava. «Che aria dolce e buona! Non c'è che dire, è la più graziosa ragazza ch'io abbia vista in vita mia; in seguito, avrà virtù che odoreranno di viola. È una grazia, proprio! Non si può che viver nobilmente, vicino a questa creatura. Mario, ragazzo mio, sei barone, sei ricco: ti supplico, non fare l'avvocato delle cause perse.»
      Cosette e Mario erano passati bruscamente dal sepolcro al paradiso.
      Il passaggio era avvenuto senza troppi preparativi, tanto che ne sarebbero rimasti storditi, se non fossero stati pieni di meraviglia.


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





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