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      Diamine! Sta di fatto che lo stomaco è una piacevole bestia, reclama quel che gli è dovuto e vuol anch'esso la sua festa. Si cenava bene e si aveva a tavola una bella vicina senza soggolo, che nascondeva molto moderatamente il petto! Oh, grandi bocche ridenti! Come si era allegri a quei tempi! La gioventù era un mazzo di fiori ed ogni giovanotto finiva con un ramo di lilla o con un cespo di rose; anche i guerrieri erano pastori, e se, per caso, qualcuno era capitano dei dragoni, trovava il modo di chiamarsi Floriano. Si teneva ad essere graziosi e ci si copriva di ricami e di porpora; un borghese aveva l'aria d'un fiore e un marchese d'una pietra preziosa; ma niente staffe per le ghette, niente stivali. Tutti erano attillati, lustri, marezzati, cangianti, agili, leggiadri e civettuoli, il che non impediva di portare la spada al fianco: insomma, un colibrì col becco e gli artigli. Era il tempo delle Indie galanti; uno dei lati caratteristici del secolo era il delicato, l'altro era il magnifico; e, perdincibacco, ci si divertiva! Oggi tutti sono serii. Il borghese è avaro, la borghese è schifiltosa. Il vostro secolo è disgraziato; si scaccerebbero le Grazie, perché troppo scollate. Ahimè! Si nasconde la beltà come una bruttezza e, dalla rivoluzione in poi, tutto ha i calzoncini, perfino le ballerine; una danzatrice dev'esser grave; i vostri passi di danza sono dottrinali. Bisogna essere maestosi e si sarebbe disperati di non avere il mento avvolto nella cravatta. L'ideale d'un ragazzotto che si sposa è di somigliare a Royer-Collard.


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





Floriano Indie Royer-Collard