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      Eran proprio esistiti? La sommossa aveva tutto travolto nel suo fumo. Quelle grandi febbri hanno grandi sogni; ed egli s'interrogava, si toccava e gli venivan le vertigini di tutte quelle realtà svanite. Dov'eran, dunque, tutti? Era proprio vero che tutto fosse morto, travolto nel buio che aveva portato via tutto, all'infuori di lui? Gli pareva che ogni cosa fosse scomparsa come dietro un sipario. Infatti, vi sono tali sipari calati nella vita: Dio passa all'atto seguente.
      Egli stesso, del resto, era ancora l'uomo di prima? Egli, povero, era ricco; abbandonato, aveva una famiglia; disperato, stava per sposare Cosette. Gli pareva d'aver attraversato una tomba, d'esservi entrato nero e d'esserne uscito bianco; e, in quella tomba, gli altri eran rimasti. In certi momenti, tutti quegli esseri del passato, di ritorno e presenti, gli facevan cerchio intorno e lo rendevan triste. Allora egli pensava a Cosette e ritornava sereno; ma non ci voleva meno di quella felicità per cancellare quella catastrofe.
      Fauchelevent, quasi, prendeva posto fra quegli esseri svaniti; e Mario esitava a credere che il Fauchelevent della barricata fosse lo stesso di quel Fauchelevent in carne ed ossa, così gravemente seduto vicino a Cosette. Il primo, probabilmente, era uno di quegli incubi che andavano e venivano nelle sue ore di delirio. Del resto, siccome le loro nature erano rigide, Mario non poteva rivolgere alcuna domanda a Fauchelevent, né gliene sarebbe venuta l'idea; abbiamo già accennato a questo caratteristico particolare.


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





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