Pagina (1759/1886)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Le ciabatte e le pantofole non fanno ancor parte delle nostre cerimonie nuziali; ma pazienza: se il buon gusto continuerà a diffondersi, arriveremo anche a questo.
      Nel 1833, vent'anni fa, non si usava ancora il matrimonio al piccolo trotto. A quell'epoca, cosa bizzarra, ci si figurava che il matrimonio fosse una festa intima e sociale, che un banchetto patriarcale non guastasse affatto una solennità domestica, che l'allegria, per eccessiva che potesse essere, purché onesta, non recasse danno alla felicità e che, infine, fosse cosa buona e rispettabile che la fusione di quei due destini dalla quale uscirà una famiglia incominciasse in casa e la vita familiare avesse ormai per testimonio la camera nuziale. Perciò, si commetteva l'impudicizia di sposarsi in famiglia.
      Il matrimonio ebbe dunque luogo, secondo quella moda oramai in disuso, in casa di Gillenormand.
      Per quanto ordinaria e naturale, questa faccenda degli sponsali, le pubblicazioni, gli atti da redigere, il municipio, la chiesa, presentano sempre qualche complicazione, e tutto poté esser pronto solo per il 16 di febbraio.
      Ora (notiamo questo particolare per pura soddisfazione d'essere esatti), per caso il 16 era martedì grasso. Da ciò, esitazioni e scrupoli, soprattutto da parte della zia Gillenormand.
      «Un martedì grasso!» esclamò il nonno. «Tanto meglio; v'è un proverbio: Non avrà figli ingrati chi si sposa il martedì grasso. Dunque, è stabilito: vada per il 16! Vuoi rimandare, Mario
      «No, certo!» rispose l'innamorato.
      «Sposiamoci, allora,» fece il nonno.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





Gillenormand Gillenormand Mario