Pagina (1766/1886)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Parigi è la grande città pazza, ogni qual volta non è la grande città sublime, ed il carnevale fa parte della sua politica. Parigi si lascia volentieri regalare, confessiamolo, la commedia dall'infamia, e non chiede ai suoi padroni (quando ne ha) se non una cosa: «Imbellettatemi il fango.» Roma era dello stesso umore, e perciò amava Nerone, ch'era un facchino titano.
      Dunque, stavamo dicendo, volle il caso che uno di quei deformi grappoli di donne e d'uomini mascherati, portato a spasso da un ampio calesse, si fermasse a sinistra del viale, mentre il corteo nuziale si fermava a destra. Da una parte all'altra del viale, la carrozza in cui eran le maschere scorse dirimpetto la carrozza in cui era la sposa.
      «To'!» disse una maschera. «Una festa di nozze.»
      «Sì,» riprese un'altra; «ma la vera festa la facciam noi.»
      Troppo lontane per poter interpellare il corteo nuziale e temendo d'altronde gli ammonimenti delle guardie municipali, le due maschere guardarono altrove.
      Tutta la scarrozzata in maschera ebbe un bel da fare, in capo a pochi istanti, perché la folla si mise a fischiarla, la carezza della folla alle mascherate; e le due maschere che avevan parlato dovettero far fronte a tutti, coi loro compagni, e solo a stento tutti i proiettili del repertorio dei mercati bastarono a rispondere agli enormi colpi di fauci del popolo; lo scambio di metafore fra le maschere e la folla fu spaventoso.
      Intanto, due altre maschere della stessa carrozza, uno spagnuolo dal naso smisurato e un gigantesco paio di baffi, d'aspetto piuttosto vecchio, ed una pescivendola dei mercati con una mezza maschera nera, avevan pure notato il corteo nuziale e, mentre i loro compagni ed i passanti s'insultavano, tenevano un dialogo, sottovoce, che era coperto dal tumulto in cui si perdeva.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





Nerone