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      I convitati, preceduti da Gillenormand che dava il braccio a Cosette, entrarono nella sala da pranzo e si sparsero, secondo l'ordine voluto, intorno alla tavola. A destra ed a sinistra della sposa figuravano due grandi poltrone, la prima per Gillenormand e la seconda per Valjean; Gillenormand si sedette, ma l'altra poltrona rimase vuota.
      Tutti cercarono collo sguardo «il signor Fauchelevent». Non c'era più.
      Gillenormand interrogò Basco.
      «Sai dove sia il signor Fauchelevent
      «Per l'appunto signore,» rispose Basco. «Il signor Fauchelevent m'ha detto di dire al signore ch'egli soffriva un po' per la sua mano malata e non avrebbe potuto pranzare col signor barone e la signora baronessa; pregava di scusarlo e sarebbe venuto domattina. È uscito adesso adesso.»
      Quella poltrona vuota raffreddò per un momento l'effusione del pranzo di nozze; ma, se Fauchelevent era assente, Gillenormand, presente, raggiava per due. Affermò che il signor Fauchelevent aveva fatto bene ad andare a letto presto, se soffriva; ma che certo era soltanto una bua momentanea. E questa dichiarazione fu soddisfacente. D'altronde, che cosa significa un cantuccio buio in tale espansione d'allegria? Cosette e Mario erano in uno di quei momenti egoistici in cui non si ha altra facoltà, all'infuori di percepire la felicità; e poi, Gillenormand ebbe un'idea: «Perbacco, questa poltrona è vuota: vienici tu, Mario. Tua zia te lo permetterà, sebbene abbia diritto ad averti vicino. Questa poltrona è per te. È una cosa legale e gentile: Fortunato vicino a Fortunata.


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





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