La felicità perfetta implica la solidarietà degli angeli, e quella piccola alcova scura ha per soffitto il cielo intero; quando due bocche sacre in grazia dell'amore, si avvicinano fra loro per creare, è impossibile che quel bacio ineffabile non provochi un sussulto, nell'immenso mistero delle stelle.
      Queste sono felicità vere, all'infuori delle quali non v'è gioia. L'amore, ecco l'unica gioia; tutto il resto piange.
      Amare od aver amato, basta: non chiedete nulla, dopo. Non è possibile trovare altre perle nelle oscure pieghe della vita: amare è esser completi.
      III • L'INSEPARABILEChe era stato, di Jean Valjean?
      Immediatamente dopo aver riso, per gentile ingiunzione di Cosette, e mentre nessuno gli badava, Valjean s'era alzato e, senz'esser scorto, aveva raggiunto l'anticamera. Era quella stessa sala in cui, otto mesi prima, era entrato nero di fango, di sangue e di polvere, riportando il nipote al nonno. Il vecchio rivestimento di legno delle pareti era inghirlandato di foglie e di fiori; e sul divano su cui era stato deposto Mario stavan seduti i musicanti. Basco, in giubba nera, pantaloni corti, calze bianche e guanti bianchi, disponeva corone di rose intorno ad ognuno dei piatti che doveva esser portato in tavola; Valjean mostrato il suo braccio al collo, l'aveva incaricato di spiegare la sua assenza ed era uscito.
      Le finestre della sala da pranzo davano sulla via. Valjean rimase alcuni minuti ritto ed immobile nell'oscurità, sotto quelle finestre illuminate, in ascolto; il rumore confuso del banchetto giungeva fino a lui, ed egli sentiva la parola forte e magistrale del nonno, i violini, il tintinnio dei piatti e dei bicchieri, gli scoppi di risa, e in tutto quel rumore allegro distingueva la dolce voce contenta di Cosette.