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      Rimase fino al sorger del giorno nello stesso atteggiamento, piegato in due su quel letto, prosternato sotto l'enormità della sorte e forse, ahimè! schiacciato, coi pugni stretti e le braccia stese ad angolo retto, come un crocifisso schiodato, che fosse buttato colla faccia contro il suolo; vi rimase dodici ore, le dodici ore d'una lunga notte invernale, gelido, senza rialzare il capo, senza profferir parola. Era immobile come un cadavere, mentre il suo pensiero si contorceva per terra e volava via, ora come idra, ora come aquila. A vederlo così, immoto, si sarebbe detto un morto; ma ad un tratto trasalì convulsamente e la sua bocca, appoggiata contro le vesti di Cosette, le baciò. Allora si vide che viveva. E chi lo vide, poiché era solo e nessuno presente? L'ente che è nelle tenebre.
      LIBRO SETTIMOL'ULTIMA STILLA DEL CALICE
      I • IL SETTIMO CERCHIO E L'OTTAVO CIELO.
      L'indomani delle nozze è solitario. Si rispetta il raccoglimento della felicità, ed anche un pochino il sonno ritardato; il chiasso delle visite e delle felicitazioni incomincia solo più tardi. La mattina del 17 febbraio, era trascorso da poco il mezzogiorno quando Basco, occupato a dar ordine in anticamera, collo strofinaccio da spolverare e colla scopetta di piuma sotto il braccio, sentì bussare leggermente alla porta; non avevano suonato il campanello, il che indicava, in siffatto giorno, molta discrezione. Basco aperse e vide Fauchelevent; l'introdusse nel salotto, ancora ingombro e pieno di confusione, come un campo di battaglia delle feste del giorno prima.


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





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