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      Io sono il disgraziato, che rimane al difuori. Ho avuto un padre e una madre, io? Quasi quasi, ne dubito. Il giorno in cui ho dato marito a quella fanciulla, è stata finita; l'ho vista felice, coll'uomo da lei amato, ed ero con loro un buon vecchio; ho visto una famigliuola di due angeli e tutte le gioie di quella casa, dove tutto andava bene e mi sono detto: 'Non entrare, tu'. Potevo mentire, è vero; potevo ingannarvi tutti, rimanere il signor Fauchelevent; finché è stato per lei, ho potuto mentire, ma ora sarebbe per me, e non lo debbo fare. Bastava che tacessi, è vero, e tutto sarebbe continuato. Mi era facile star zitto; ed ho passato la notte cercando di persuadermene. Voi state confessandomi, e quel che v'ho detto è così straordinario, che ne avete il diritto: ebbene, ho passato la notte a darmi una ragione, me ne sono anzi date molte, ed ho fatto in proposito tutto quel che ho potuto. Ma vi son due cose che non son riuscito a fare: spezzare il filo che mi tiene fissato, inchiodato e infisso per il cuore, e far tacere qualcuno che mi parla a bassa voce, quando son solo. Ecco perché stamattina sono venuto a confessarvi tutto. Sì, tutto, o quasi; poiché vi sarebbero delle cose inutili da dire, che riguardano soltanto me, e che io tengo per me. L'essenziale lo sapete. Io ho dunque preso il mio mistero e ve l'ho portato, ed ho sventrato il mio segreto sotto i vostri occhi. Non era una risoluzione facile a prendersi; tanto che mi son dibattuto tutta la notte. Oh, credete forse ch'io non mi sia detto che non si trattava del processo Champmathieu, che nascondendo il mio nome non facevo male a nessuno, che il nome di Fauchelevent m'era stato dato dallo stesso Fauchelevent, in riconoscimento d'un servigio resogli, e che avrei potuto bene conservarlo?


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





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