Pagina (1822/1886)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Chissà che non fosse rimasto una specie d'infernale bagliore sulla fronte di quell'angelo? La favilla d'un lampo è sempre folgore; la fatalità ha siffatte solidarietà, in cui la stessa innocenza s'illumina di delitto, per la sinistra legge dei riflessi colorati. Le più pure figure possono conservare per sempre il riflesso d'un orribile vicinato. Perciò, a torto od a ragione, Mario ne sapeva anche troppo, ed aveva avuto paura. Cercava piuttosto di stordirsi, anziché d'informarsi; e stringeva fra le braccia perdutamente Cosette, chiudendo gli occhi su Jean Valjean.
      Quell'uomo era tenebra, tenebra vivente e terribile. Come osare di cercarne il fondo? È spaventoso interrogare l'ombra: chissà cosa vi risponderà? L'alba potrebbe esserne oscurata per sempre.
      In quella condizione d'animo, era per Mario una dolorosa perplessità pensare ormai che quell'uomo avrebbe avuto qualche contatto con Cosette; e, quasi, ora si rimproverava di non aver fatto quelle domande terribili, davanti alle quali era indietreggiato, da cui avrebbe potuto uscire una risposta implacabile e definitiva. Si trovava troppo buono, troppo dolce, e, diciamolo pure, troppo debole. Quella debolezza l'aveva trascinato ad una imprudente concessione; s'era lasciato commuovere, ed aveva avuto torto, poiché avrebbe dovuto puramente e semplicemente respingere Jean Valjean. Costui era maledetto, ed egli avrebbe dovuto dargli quanto gli spettava e sbarazzare la casa della sua presenza; era in collera con se stesso e coll'asprezza di quel turbine d'emozioni che l'aveva assordato, accecato e trascinato.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





Mario Cosette Jean Valjean Mario Cosette Jean Valjean