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      Scomparso il tu, egli appariva mutato agli occhi di Cosette, per via del voi, del signora, del signor Jean. La cura ch'egli stesso aveva posta nello staccarla da sé riusciva pienamente; ed ella era sempre più allegra e sempre meno tenera. Pure, ella l'amava sempre molto, ed egli lo sentiva; un giorno, ella gli disse ad un tratto: «Eravate mio padre e non lo siete più; eravate mio zio e non lo siete più; eravate il signor Fauchelevent e siete il signor Jean. Chi siete, allora? Non mi piace questa faccenda; se non vi sapessi tanto buono, avrei paura di voi.»
      Egli dimorava sempre in via dell'Homme-Armé, poiché non poteva risolversi ad allontanarsi dal quartiere in cui abitava Cosette. Nei primi tempi, restava con lei pochi minuti, poi se ne andava; ma a poco a poco, prese l'abitudine di far visite meno brevi. Si sarebbe detto che approfittasse dell'autorizzazione concessagli dai giorni che andavano allungandosi. Giunse prima e partì più tardi.
      Un giorno, a Cosette scappò detto: «Babbo.» Un lampo di gioia illuminò il vecchio viso tetro di Valjean; pure, la riprese: «Dite Jean.» «To', è vero!» ella rispose con uno scoppio di risa: «Signor Jean.» «Bene,» egli disse. E volse il capo altrove, affinché ella non lo vedesse asciugarsi gli occhi.
      III • RICORDANDO IL GIARDINO DI VIA PLUMETFu quella l'ultima volta; dopo quell'ultimo lampo, tutto fu spento. Non più familiarità, non più buon giorno col bacio, mai più quella parola profondamente dolce: Babbo. Egli veniva respinto, dietro sua domanda e con sua complicità, da tutte le sue gioie; e provava la disgrazia, dopo aver perduto Cosette tutta intera, in un sol giorno, di doverla riperdere a poco a poco.


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





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