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      Tuttavia, quel fuoco acceso l'aveva incoraggiato, ed egli fece durare la conversazione ancor più a lungo del consueto; mentre s'alzava per andarsene, Cosette gli disse:
      Ieri, mio marito m'ha detto una cosa bizzarra.
      «E cosa?»
      M'ha detto: «Cosette, noi abbiamo trentamila lire di rendita: ventisette tue e tre che mi passa il nonno». Io ho risposto: «Che fanno trenta». Ed egli ha ripreso: «Avresti il coraggio di vivere colle tremila?» Io ho risposto: «Sì, anche con nulla; purché stia con te». E poi ho chiesto: «Perché mi dici una cosa simile?» M'ha risposto: «Così, per sapere».
      Valjean non trovò parole da dire. Probabilmente, Cosette si aspettava da lui qualche spiegazione; ma egli l'ascoltò in un cupo silenzio. Tornò in via dell'Homme-Armé, ed era così profondamente assorto, che sbagliò porta e, invece d'entrare in casa sua, entrò nella casa vicina; solo dopo aver fatto quasi due piani s'accorse dell'errore e ridiscese.
      La sua mente era in preda a mille congetture. Era evidente che Mario aveva dei dubbi sull'origine di quei seicentomila franchi, che temeva avessero una origine dubbia, e, chissà? aveva forse scoperto che quel denaro proveniva da lui, Valjean, ed esitava di fronte a quella fortuna sospetta, ripugnandogli di prenderla come sua e preferendo restar, egli e Cosette, poveri, piuttosto che esser ricchi d'una ricchezza torbida.
      Oltre a ciò, Valjean si sentiva vagamente allontanato.
      Il giorno seguente, entrando nella sala a terreno, fu colpito: le poltrone erano scomparse, e non v'era neppure una sedia.


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





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