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      Valjean non vedeva altra creatura umana, all'infuori di quella buona donna. In Parigi vi sono strade in cui non passa nessuno e case in cui non viene nessuno; ed egli era in una di quelle strade e in una di quelle case.
      Quando usciva ancora, aveva acquistato presso un calderaio, per pochi soldi, un piccolo crocifisso di rame che aveva appeso ad un chiodo, dirimpetto al letto. È sempre bene aver sotto gli occhi quel patibolo.
      Trascorse una settimana senza che Jean Valjean movesse un passo nella sua camera; stava sempre a letto, e la portinaia diceva al marito: «Quel buon vecchio lassù non s'alza più, non mangia più e ha poco da tirar là. Si vede che ha dei dispiaceri. Nessuno mi leverà dalla testa che sua figlia sia mal maritata.»
      Il portinaio ribatté coll'accento della superiorità maritale:
      «Se è ricco, si cerchi un medico; se non è ricco, lasci stare. Ma senza un medico, morirà.»
      «E col medico?»
      «Morirà lo stesso,» disse il portinaio.
      La portinaia si mise a raschiare con un vecchio coltello l'erba che spuntava su quello ch'ella chiamava il suo selciato; e, mentre strappava l'erba, brontolava:
      «Che peccato! Un vecchio così ammodo! È bianco come un pollastrino.»
      Scorse all'estremità della via un medico del quartiere, che passava, e si prese la responsabilità di pregarlo di salire.
      «Sta al secondo piano,» disse. «Avrete solo da entrare, perché, siccome il buon uomo non si muove più dal letto, la chiave è nella toppa.»
      Il medico vide Valjean e gli parlò. Quando ridiscese, la portinaia l'interpellò:


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





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