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      Perciò, era completamente disorientato.
      «Io non conosco» disse «né la signora Bagration né il signor Dambray, e non ho mai messo il piede, in vita mia, in casa dell'uno o dell'altra.»
      La risposta era ruvida; ma il personaggio, tuttavia gentile, insisté.
      «Allora, sarà stato da Chateaubriand che avrò visto il signore! Conosco assai Chateaubriand. È affabilissimo; qualche volta mi dice: 'Thénard, amico mio... volete berne un bicchiere con me?'.»
      La fronte di Mario divenne sempre più severa.
      «Non ho mai avuto l'onore d'esser ricevuto in casa del signor Chateaubriand. Svelto: che cosa volete?»
      Di fronte alla voce più dura, l'uomo s'inchinò più umilmente.
      «Abbiate la bontà d'ascoltarmi, signor barone. V'è in America, in un paese dalle parti del Panama, un villaggio chiamato la Joya; quel villaggio si compone d'una casa sola, ma è un'enorme casa quadrata a tre piani, fatta di mattoni cotti al sole, con ogni lato del quadrato lungo cinquecento piedi, mentre ogni piano rientra di dodici piedi rispetto al piano precedente, in modo da lasciare sul davanti una terrazza che fa il giro dell'edificio. Nel centro v'è un cortile interno in cui si tengono le provviste e le munizioni; non vi sono finestre, ma semplici feritoie; non ci sono porte, ma soltanto scale: scale per salire dal suolo alla prima terrazza, dalla prima alla seconda e dalla seconda alla terza, scale per scendere nel cortile interno, niente porte alle stanze, ma botole, niente scale da camera a camera, ma solo scalette a mano. Di sera, si chiudono le botole, si ritirano le scale, si appoggiano i tromboni e le carabine alle feritoie.


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





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