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      Aveva, a furia di destrezza, scoperto, o almeno, aveva indovinato a forza d'induzioni, chi fosse l'uomo da lui incontrato un certo giorno nella Cloaca Grande; e, dall'uomo, era facilmente risalito al nome. Sapeva pure che la baronessa Pontmercy era Cosette; ma, da quel lato, faceva conto d'essere discreto. Chi era Cosette? Non lo sapeva con esattezza nemmeno lui. Intravedeva bene qualche bastarderia e la storia di Fantine gli era sempre sembrata losca; ma a che scopo parlargliene? Per farsi pagare il silenzio? Egli aveva, o credeva d'aver di meglio da vendere. Eppoi, secondo tutte le apparenze, il venir a fare, senza prove, questa rivelazione al barone Pontmercy: Vostra moglie è una bastarda, avrebbe avuto il solo effetto d'attirare lo stivale del marito contro le reni del rivelatore.
      Nel pensiero di Thénardier, la conversazione con Mario non era ancora incominciata. Egli aveva bensì dovuto indietreggiare, modificare la propria strategìa, abbandonare una posizione e mutar fronte; ma nulla d'essenziale era ancor compromesso, ed egli aveva già cinquecento franchi in tasca. Inoltre, aveva ancora qualche cosa da dire di decisivo e anche contro quel barone Pontmercy, così bene informato e così ben armato, si sentiva forte. Per gli uomini della natura di Thénardier, ogni dialogo è una battaglia. Ora, qual era la sua situazione, quella in cui stava per impegnarsi? Non sapeva a chi parlasse, ma sapeva di che parlava; fece quindi rapidamente questa rivista interiore delle proprie forze e, dopo aver detto: Sono Thénardier, stette in attesa.


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





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