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      Era un rumore di passi; si camminava nell'ombra, e si veniva verso di lui. Cosa strana, v'era nella fogna un altro uomo, oltre a lui. Il cancello d'uscita della fogna era poco lontano e un po' di luce che ne entrava gli permise di riconoscere il nuovo venuto e di vedere che quell'uomo portava qualche cosa sulle spalle e camminava curvo; colui che camminava curvo era un antico galeotto e quel che portava sulle spalle era un cadavere. Flagrante delitto d'assassinio, quanti mai ve ne furono; e quanto al furto, va da sé che non si ammazza un uomo gratis. Quel galeotto si recava a buttare il cadavere nel fiume. Ora, è da notare che prima di giungere al cancello d'uscita, quel galeotto, che veniva certo da regioni lontane della fogna, aveva dovuto necessariamente incontrare uno spaventoso pantano, dove, pare, avrebbe potuto abbandonare il cadavere; ma il giorno dopo i fognaioli, lavorando nel pantano, vi avrebbero certo trovato l'uomo assassinato, e questo non conveniva all'assassino, tanto che egli aveva preferito attraversare il pantano col suo fardello; ed i suoi sforzi debbono essere stati spaventosi, dal momento che è impossibile rischiare più assolutamente di così la vita; e non capisco come abbia potuto uscir vivo di là.»
      La sedia di Mario s'accostò ancora, e Thénardier ne approfittò per respirare a pieni polmoni, poi proseguì:
      «Signor barone, una fogna non è piazza d'armi; si manca di tutto, perfino di posto. Quando due uomini sono là dentro, bisogna che s'incontrino; ed è quello che avvenne.


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





Mario Thénardier