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      Questo vi serva di lezione, rivenditore di segreti, negoziante di misteri, investigatore di tenebre, miserabile! Prendete questi cinquecento franchi, ed uscite di qui! Waterloo vi protegge.»
      «Waterloo?» brontolò Thénardier, ficcandosi in tasca il biglietto da cinquecento franchi, insieme a quello da mille.
      «Sì, assassino! Laggiù, avete salvato la vita ad un colonnello...»
      «Ad un generale,» disse Thénardier, rialzando il capo.
      «A un colonnello!» riprese Mario, con collera. «Non darei un quattrino per un generale! E venivate qui a commettere delle infamie! Vi dico che voi avete commesso tutti i delitti. Partite, sparite! Siate felice, soltanto; ecco quel che desidero. Ah, mostro! Ecco ancora tremila franchi: prendeteli. Partite domani stesso per l'America, con vostra figlia: poiché vostra moglie è morta, infame impostore! Io veglierò sulla vostra partenza, bandito, ed in quel momento vi sborserò ventimila franchi. Andate a farvi impiccare altrove!»
      «Signor barone,» rispose Thénardier, inchinandosi fino a terra, «la mia eterna riconoscenza.»
      E Thénardier uscì, senza comprendere nulla, stupefatto ed incantato di sentirsi annientare così sotto sacchi d'oro da quel fulmine che gli scoppiava sulla testa, in forma di biglietti di banca. Fulminato, era; ma contento, anche, e gli sarebbe assai spiaciuto d'aver opposto un parafulmine.
      Facciamola subito finita con quest'uomo. Due giorni dopo gli eventi che stiamo narrando, egli partì, con l'intervento di Mario, per l'America, sotto un falso nome, colla figlia Azelma, provvisto d'una tratta di ventimila franchi su Nuova York.


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





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