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      Come sei stata buona, ad avermi messo questo cuscino sotto i reni! Mi piangerai un poco, vero? Non troppo; non voglio che tu abbia dei veri dispiaceri. Bisognerà che vi divertiate tanto, figli miei. Mi son dimenticato di dirvi che sui fermagli senza ardiglione si guadagnava ancor più che su tutto il resto; la grossa, di dodici dozzine, si comperava a dieci franchi e si vendeva a sessanta. Era proprio un buon commercio; non bisogna dunque stupirsi dei seicentomila franchi, signor Pontmercy. È denaro onesto. Potrete esser ricchi tranquillamente: bisognerà che abbiate una carrozza e ogni tanto un palco a teatro, aver belle tolette da ballo, Cosette, e poi dare buoni pranzetti ai vostri amici, esser tanto felici. Stavo ora scrivendo a Cosette: troverà la mia lettera. Lego a lei due candelieri che sono sul mio camino. Sono d'argento; ma per me sono d'oro, sono di diamante, cambiano in ceri le candele che vi si mettono. Non so se colui che me li diede sia contento di me, lassù: ho fatto quel che ho potuto. Figli miei, non dimenticatevi ch'io sono povero e fatemi seppellire nel primo angolo di terra che capita, sotto una pietra; se Cosette vorrà venire un poco qualche volta, mi farà piacere; ed anche voi, signor Pontmercy. Bisogna che vi confessi che non v'ho sempre amato, e ve ne chiedo perdono. Ora, lei e voi siete uno solo, per me. Sento che rendete felice Cosette. Se sapeste, signor Pontmercy! le sue belle guance rosee eran la mia gioia; e quando la vedevo un po' pallida, ero triste.


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





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