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      Quanta felicità per me!» - Un giorno la si mette malinconica, senza mangiare, senza far niente. - «O cos'hai?» - dice l'Orco - «che non mangi?» - «Ho quel ch'i' ho. Voi mi dicesti che voi non morite mai. Ma non è possibile,» - dice - «subito che l'ovo un po' di sudiciume vi sarà drento; che sarà quello che vi farà morire. Io bramerei di vederlo, se sarà sudicio o pulito per la quale. Bramo di vedere: quando s'è visto, son più tranquilla, gua'!» - «Ah briccona!» - dice - Tu mi vuoi tradire!» - gli dice l'Orco. - «Ah vi pare? A voi? Un benefattore a questo punto, ch'io voglia tradirlo? Ora? Impossibile!» - Insiste, insiste: quest'omo viene e gli fa vedere l'ovo; e lo teneva strinto lui nella mano perchè ella non lo toccasse. E mentre lei lo guarda - «Il sudiciume?» - dice. - Guardate se v'è li? Guardate quello scuro se c'è lì drento? che sarà quello che vi farà morire.» - Lui dice: - «Indove?» - lui. - «Ecco lì, non lo vedete?» - In mentre fa: - «Eccolo lì» - che la dice; la gli dà una spalmata, cade l'ovo e l'Orco riman morto. Ahn, quand'egli è morto, la corre dalle sorelle e dice: - «Venite via, bambine; chè io ho ammazzato l'Orco. Ora siamo felici.» - Così fanno una bella buca nell'orto, una buca grande e lo sotterrano. Poi prendon le chiavi di casa, serrano e vanno in traccia de' suoi genitori. E vanno e gli raccontano tutto il caso, preciso come gli era seguito. Questi genitori, potete credere, la contentezza di veder le bambine! che di poere, bisogna dire, l'eran divenute ricchissime, perchè l'Orco era tanto ricco e rimase tutto a loro.


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La novellaja fiorentina
Fiabe e novelline
di Vittorio Imbriani
Editore Vigo Livorno
1877 pagine 708

   





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