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      - «Gua'! è sotterrata; crederà che io l'abbia mangiata.» - Quand'è un certo tempo, eccoti torna a casa i' mago. - «Francesco!» - «Comandi!» - «L'hai mangiata quella carne?» - «Sì.» - «Vieni con meco.» - Te lo piglia per un braccio e te lo porta n'i' suo quartiere. Prende quel libro, lo spalanca, trova subito: Carne non mangiata! - «Ah birbante! non l'hai mangiata neppur te! Vieni, vieni a fa' conversazione con tuo fratello!» - Te lo piglia per un braccio e te lo straporta in quello stanzino. Costì con una scure e' lo divide in mezzo ancora Francesco. Con due ganci, gnene attacca per la testa e l'attacca accanto a i' suo fratello, un pezzo per di qua e un pezzo per di là. - «Oh!» - dice - «ci siete tutti e due!» - La mattina di poi, ti prende i' baroccio e se ne va a vendere l'ortaggio, gridando l'ortaggio per la strada. I' contadino riconobbe subito la voce: - «Ecco l'ortolano!» - Corre per vedè' s'egli avesse tutti e due i suoi figli con seco. E fa: - «Oh per bacco! oh galantomo! oh i miei figlioli dove sono?» - «Oh i vostri figlioli non verrebbon via neppure a regalargli tutto l'oro d'i' mondo! Come stan bene tutti e due! Ci dovete portare quell'altro nostro fratello e dirgli a i' nostro signor padre che si tornerà indietro tutti e tre insieme. Ma almeno s'ha a divertire anche quell'altro nostro fratello.» - «Babbo, babbo! ci vo anch'io, veh?» - «Bene, bene; ma con questo che torniate indietro tutti e tre.» - «Addio babbo! addio babbo! addio a quando ritorno!» - E gli era i' minore che i' padre gli voleva un bene! voleva bene a tutti, ma più a i' minore che si chiamava Antonio.


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La novellaja fiorentina
Fiabe e novelline
di Vittorio Imbriani
Editore Vigo Livorno
1877 pagine 708

   





Carne Francesco Antonio