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      Butta giù, butta giù, butta giù, venne i' momento che venne a passare tutto i' bosco così folto. Dice la cavallina: - «Oh Antonio! e' ci è i' mago, dietro, un'altra volta.» - «che ho io a fare, ora, cavallina mia cara?» - «Butta giù lo specchio in terra.» - Butta giù lo specchio e gli viene una montagna crepitosa. I' cavallo non ci potea salir di certo, e poi fornita gli era questa montagna di porcherie, che quando eran saliti, sdrucciolava giù. Sdrucciola oggi, sdrucciola dimani e ce la passa poi alla fine. - «Antonio?» - «Che c'è?» - «C è i' mago. Butta giù la bussola!» - E butta giù la bussola. E apparisce un'altra montagna più crepitosa che di quella dello specchio. Ma anche quella e' la passò e andò dalla parte di là per volerli agguantare, tanto la cavallina, quanto Antonio. - «Antonio? E' c'è i' mago un'altra volta. Ma senti, tu non hai la bacchettina fatata? Prendi e batti. Sentirai dire: Comandi, signore. Devi comandare che apparisca una montagna crepitosa, tutta coltelli.» - Antonio gli ubbidisce e fa apparire una montagna crepitosa, tutta temperini, coltelli, rasoi, trincianti, bene affilati e tutto. I' mago che si vede apparire chesta montagna: - «Birboni! me l'hanno fatta! me l'hanno fatta!» - Andava per voler ingegnarsi di voler salire, e ora gli cascava un dito, ora quell'altro. E gli era un pezzo in su quasi per strapassarla, gli si stacca dove s'atteneva con un dito a due rasoi, gli vien di sotto e s'affetta i' mago come una rapa. La cavallina: - «Tu non sai, Antonio?


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La novellaja fiorentina
Fiabe e novelline
di Vittorio Imbriani
Editore Vigo Livorno
1877 pagine 708

   





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