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      » - Lo dice, gua'! con una voce flebile. E lui insiste: - «Ah Leonarda mia di zucchero e miele! se ti avessi ora ti vorrei un gran bene.» - E lei ridice: - «Son morta.» - Quando la vede che lui gli era veramente per ammazzarsi (lui s'ammazzava), la sorte fôra e dice: - «I' son viva, son viva!» - S'attaccano al collo, si baciano, si perdonano, e nessun seppe nulla, perchè rimase in loro. Se l'ammazzava davvero, era morta: ma fu celia. La mattina s'alzarono, come fanno il solito. Leonarda la fece venire il padre e le sorelle e li fa i primi signori del palazzo. E così una cosa di celia, le riuscì di divenire una Regina. E visse bene, ma ci vol di quelle furberie.
     
     
      NOTE
     
      [1] È sottosopra l'argomento della Sapia Liccarda, Trattenimento quarto della terza giornata del Pentamerone: - «Sapia co' lo 'ngiegno ssujo, essenno lontano lo patre, sse mantene 'nnorata co' tutto lo male esempio de le sore. Burla lo 'nnamorato, e previsto lo pericolo che passava, repara lo danno. Ed all'utemo lo figlio de lo Rre sse la piglia pe' mogliere.» - Variante della presente è la fiaba di questa raccolta, intitolata: La bella Giovanna. La chiusa di questa novella (cioè, l'episodio della bambola) è identica con quella dello esempio milanese seguente, che è una fusione di due cunti del Pentamerone, cioè della Sapia Liccarda e di Viola (Trattenimento III della giornata] II. - «Viola 'mmediata da le sore, dappò assaje burle fatte e recevute da 'no prencipe, a despietto loro le doventa mogliere.» - )
     
      LA STELLA DIANA6


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La novellaja fiorentina
Fiabe e novelline
di Vittorio Imbriani
Editore Vigo Livorno
1877 pagine 708

   





Leonarda Regina Sapia Liccarda Trattenimento Pentamerone Rre Giovanna Pentamerone Sapia Liccarda Viola Trattenimento III