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      Donne, laceratevi la camicia! c'č il Cenciajolo! (Il cenciajo).
      I' ho la bella bionda! (L'avellanajo).
      Assuntina, ce l'ho un bocconcino, o Meo! (Il trippajo).
      A chi le taglio le palle! (Il cavolfiorajo).
      Chi ha i' dente diacciolo, 'un l'accosti (L'acquacedratajo).
      Eccolo, i' vero medico! (Il perecottajo).27
      Chi mi dŕ un soldo, gnene do due! (cioč: due scatole, non mica du' soldi come parrebbe. Il fiammiferajo).
      Meglio che di cera! (Il zolfanellajo),
      I' l'ho con l'uva! (sottintendi: la stiacciata).
      Che robe! (Il merciajo).
      Canarini che ballano! (Venditore di polenta fritta, napoletanescamente detta: scagliozzi).
      Un soldo pieno, una crazia pieno! (cioč, il misurino di castagne secche).
      Vero Cancelli! (Il pentolajo).
      Queste le cavo ora! (Il caldarrostajo).
      Co' i' pelo la cŕtera! (cioč: le mandorle ancor lattiginose, che mangian col guscio e col mallo)28.
      Tutti drento dal sor Luigi! (Il venditor di siccioli).
      Beccatelo ritto! (cioč: il carciofo).
      Voitta come le ridono! (cioč: le testicciuole d'agnello).
      I' ho de' bei bambini senza la mamma! (Il figurinajo).
      Tre volte ve l'ho salati! (Il lupinajo).
      Bolle, bolle, bolle, bolle. La me lo senta come l'ho caldo! (cioč: il castagnaccio).
      Semina trastullino! (cioč: semi di zucca. In Sicilia i semenzari sogliono gridare: Svia-sonnu).
      I' ho i moscioni! (Il marronajo).
      A chi lo sbuccio i' gobbo! (L'ortolano).
      I' l'ho co' i' mantiglione! (cioč: le barbebietole).
      Rompi, bambino, rompi! (Il bicchierajo).
      Come la me gli ha fatti la monachina! (Il brigidinajo).
      Ce l'ho di Bologna!


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La novellaja fiorentina
Fiabe e novelline
di Vittorio Imbriani
Editore Vigo Livorno
1877 pagine 708

   





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