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      Èramo tre fratelli: siamo venuti per far fortuna...» - e gli fa tutta la spiegazione. Dicono: - «Questo de' esser quello! Io ho inteso che avete trovata la ricchezza?» - «Sì, appunto.» - Dicono: - «O non sapete che a mezzogiorno uno dei vostri fratelli gli è sposo della Regina che voi avete liberata?» - Gli metton delle funi, s'imbraca e vien giù questo poero disgraziato. - «Noi» - dicono i contadini - «vi accompagneremo sino alla casa de' vostri fratelli, poerino!» - Vanno alla casa e picchiano. I traditori s'affacciano e veggono che gli è il fratello. - «Che nessuno apra! che nessuno apra!» - Picchia picchia e nessuno apriva. Che ti fanno i contadini? Vanno alla giustizia e gli raccontano il caso. La giustizia picchia; e nessun risponde. E buttan giù la porta, oh lo credo, io! - «Oh traditori iniqui» - dice - «ora per voi è finito il bene stare!» - Li ammanettano, gli legano le braccia e li portano al bargello. - «E voi sarete lo sposo» - dice il giudice al fratello minore. - «E lo sposalizio seguirà a mezzogiorno con la vostra sposa.» - Ah potete credere la sposa quando lo vedde (può immaginarsi! il suo liberatore!) che gioja ch'ella ebbe. Segue lo sposalizio, com'era fissato; e all'ora del pranzo i fratelli furono impiccati tutti e due. Questo fu il pago che ebbero. E così loro, gli sposi, senza più paura e timore se ne vissero insieme in pace. E così questa novella è finita. O non è bella?
     
     
      NOTE
     
      [1] Il Liebrecht (art. cit.) annota: - «Gehört zu Grimm K.M. n.° 91. Das Erdmänneken.


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La novellaja fiorentina
Fiabe e novelline
di Vittorio Imbriani
Editore Vigo Livorno
1877 pagine 708

   





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